contesto
L’art.1, comma 34 stabilisce espressamente che “le disposizioni dei commi da 15 a 33 si applicano alle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, agli enti pubblici nazionali …”; le stesse norme si applicano anche “alle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche e dalle loro controllate, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell’Unione europea”.
Il concetto è ribadito anche dal comma 59 in base al quale “le disposizioni di prevenzione della corruzione di cui ai commi da 1 a 57 del presente articolo, di diretta attuazione del principio di imparzialità di cui all’articolo 97 della Costituzione, sono applicate in tutte le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, e successive modificazioni.”
Nello specifico, quindi le Camere di Commercio sono tenute sia a predisporre il piano di prevenzione della corruzione, sia ad individuare il responsabile della prevenzione della corruzione sia a formare il proprio personale e a garantire la rotazione dei dirigenti nei settori esposti sia a rispettare gli oneri di pubblicazione previsti dalla legge.